Isola cieca (scroll) · 2019Nel giugno 2019, Pino Musi realizza questa serie d’immagini nell’isola dell’Asinara, in Sardegna, che ha, al suo interno, sedimentati, dramma umano e selvaggia bellezza della natura. Senso di reclusione e massima libertà convivono in un contraddittorio impossibile da decifrare pienamente. L’Asinara è stata per anni completamente “chiusa” all’esterno. L’isola ha ospitato spietati criminali in carceri di massima sicurezza che punteggiano il territorio come blocchi alieni. Una flora incontaminata, una fauna con razze autoctone di animali bellissimi, cavalli, lepri, asini, alcuni dei quali albini e ciechi, frutto di rapporti incestuosi perpetuati per anni, si incrocia, fra candore e bestialità. L’Asinara è, quindi, luogo di tragedie, di accadimenti complessi, ma anche uno straordinario parco naturale. La vista si apre, ma è anche, a volte, costretta ad un brusco rientro in un forzato stato di cecità, e viceversa. Nell’isola, sono disposti, come altrove, i classici leggii con le informazioni sul paesaggio, che scandiscono le peculiarità della vegetazione che il visitatore può incontrare. La salsedine, il vento, il sole, il tempo, ha fatto sì che i disegni e le descrizioni si siano sbiadite, sparendo agli occhi del lettore. Quelli che restano intatti sono i pannelli, tangibili, con i testi in Braille, che permettono di essere letti solo dai ciechi. Il paradosso è questo stato di inversione, per cui i ciechi diventano gli unici a cui è permesso leggere le caratteristiche dell’isola, mentre ai vedenti si paventa una materia confusa, quando non completamente sbiancata, dove la scrittura è svanita, dove il paesaggio non viene più “descritto”: metafora di uno stato di perdita delle coordinate, di perturbamento costante. |